Confessioni Di Un Ex Trader Della City
Spesso si crede che la City sia uno dei tanti modi per riferirsi a Londra, la capitale del Regno Unito. Se invece vi dicessi che si tratta di una piccola zona, con estensione di appena 1 miglio quadrato (2.9 km2) e una popolazione di 7,000 persone?
Sì, è vero. La City (come la chiamiamo), è una città nella città. In origine si chiamava Londinium, un insediamento romano fondato nel primo secolo A.C. (anche la zona delle rive del Tamigi è stata abitata per migliaia di anni prima). Oggi la City è il cuore pulsante dell’industria finanziaria europea.
Di solito si parla di questa zona come lo ‘square mile’, in riferimento alle sue dimensioni ridotte. Oltre 400,000 persone raggiungono questo quartiere ogni giorno.
Penso ne abbiate avuta abbastanza di storia: cosa vuol dire davvero lavorare nella City, oggi? Sono arrivato a Londra alla fine del 1986, solo 2 mesi dopo il ‘Big Bang’. Non si tratta di una grande esplosione, ma la de-regulation dei mercati che ha abolito le commissioni fisse ed ha spostato il trading sulle piattaforme digitali. Oggi questa potrebbe sembrare una mossa ovvia, ma non dimenticatevi che stiamo parlando di un periodo in cui non esistevano ancora i telefoni cellulari, tablet, computer portatili e persino INTERNET! Come siamo sopravvissuti a questo periodo buio?
In quel periodo la maggior parte dei trader erano convinti che il Big Bang avrebbe avuto un impatto negativo su Londra, ed invece negli ultimi 29 anni la City è diventata uno dei più importanti centri finanziari al mondo. Gran parte di questo successo è dovuto alla deregulation del 1986.
Mi ricordo ancora il senso di stupore che ho avuto entrando per la prima volta in una trading room, da Smith New Court (o Smiths, come ci piaceva chiamarla). Era un piano abbastanza piccolo che conteneva appena 100 persone, ma si poteva sentire la tensione nell’aria. Nel mezzo, una enorme lavagna circondata da 6 manager che sembravano molto preoccupati.
C’erano tantissimi numeri scritti sulla lavagna – 10,000, 250,000, 45,000. Cosa stava succedendo?
Ero entrato in quella stanza il giorno in cui Smiths aveva sottoscritto (cioè garantito) la vendita di oltre £300 milioni di azioni di un’azienda che si sarebbe quotata in borsa il giorno stesso. Se la vendita fosse andata male, Smiths avrebbe dovuto acquistare le azioni di tasca propria. Stiamo parlando dei primi anni ’90, quando 300 milioni di sterline erano una somma enorme – più del valore totale di tutta Smith New Court. La società aveva scommesso tutto sull’affare, e se le cose fossero andate male la società avrebbe potuto fallire.
La maggior parte dei 100 trader erano in piedi, urlando tra loro o dentro ai telefoni. Un piccolo gruppo di 10 persone correva tra le scrivanie raccogliendo biglietti dove erano scritti i singoli accordi. I numeri erano poi riportati sulla lavagna dove si contavano le azioni che rimanevano da vendere.
Con il passare del tempo l’azione divenne più frenetica, fino a poco prima di pranzo, quando qualcuno gidò “all done”. L’intera stanza esplose in festeggiamenti incontenibili, le persone si abbracciavano tra di loro. Ce l’avevano fatta, guadagnando diversi milioni in un solo giorno di trading.
Come è finita la storia di Smith New Court? Non esistono più. Sono stati comprati da Merrill Lynch nel 1995.
Purtroppo i trading floor sono diventati posti molto più tranquilli, dove si effettuano gli scambi tramite computer. I giorni gloriosi delle corse tra le scrivanie e gli urli sono passati, ma ripenso spesso a quel periodi con grande rammarico.