Il nuovo algoritmo di Facebook: buone o cattive notizie per le aziende?
Facebook non è solo il più grande social network al mondo, ma anche la più importante vetrina pubblicitaria online. Con oltre 860 milioni di utenti attivi al giorno, la piattaforma rappresenta un’opportunità unica per promuovere prodotti o servizi.
Non a caso più del 90% delle sue entrate proviene dalla pubblicità.
Evoluzione vendite di Facebook. Fonte: Facebook – Investors
Eppure, il social network ha di recente annunciato che “A partire da gennaio 2015, gli utenti vedranno sempre meno news provenienti da pagine aziendali.” I gestori di pagine dovranno quindi aspettarsi una “significativa riduzione” della distribuzione organica dei propri contenuti. In pratica, se le pagine vorranno promuovere i propri prodotti o servizi, dovranno pagare la visibilità.
È guerra aperta anche al like-baiting, la pratica con la quale le pagine richiedono apertamente di mettere “mi piace”, condividere o commentare un contenuto – tipicamente con foto di cuccioli di gatto o neonati.
Un esempio di like-baiting. Fonte: Facebook – Newsroom
Secondo alcuni, questa è un’ulteriore mossa del gigante americano per aumentare le proprie entrate a discapito degli utenti. Per ammissione della stessa società infatti “questo cambiamento non risulterà in una riduzione del numero di annunci pubblicitari” (leggi: cari investitori, non vi preoccupate perché venderemo sempre lo stesso numero di spazi, solo ad un prezzo più alto).
La notizia è talmente eclatante che Forrester Research, società che si occupa di ricerche di mercato, ha pubblicato un Report in cui afferma che fare pubblicità su Facebook e Twitter è sostanzialmente una perdita di tempo e denaro.
“È chiaro che Facebook e Twitter – scrive Nate Elliott – non offrono il tipo di relazione con i clienti che le aziende stanno cercando. Nonostante questo, i dipartimenti marketing di tutto il mondo vedono ancora queste piattaforme come il fulcro dei propri sforzi social – sprecando quindi risorse finanziarie, tecnologiche e umane su siti che non offrono valore. […] Nei prossimi 18 mesi sempre più persone e aziende abbandoneranno Facebook e Twitter, che diventeranno niente più che un enorme contenitore di pubblicità.”
Non tutti sono d’accordo con Elliott. Secondo molti questa è un’ottima notizia per chi saprà creare contenuti (immagini, video, post in generale) di qualità. Ogni mese più di 1 miliardo di persone si connettono al social network per vedere contenuti originali. È negli interessi di Facebook mostrarli, per convincere i suoi utenti a trascorrere sempre più tempo connessi.
Gli autori di questi contenuti non solo non dovrebbero pagare per distribuirli, ma anzi dovrebbero ricevere un compenso per aver creato valore. Un po’ come avviene su YouTube, dove i registi in erba vengono retribuiti nel caso in cui il loro video superi un certo numero di view.
Se siete gestori di una pagina, è quindi arrivato il momento di smettere di pubblicare foto di cuccioli o bambini (a meno che per vivere non gestiate un canile o un asilo).