Parti del corpo in inglese: conoscerle e saperle utilizzare nelle espressioni comuni

Iniziamo un viaggio alla scoperta del… corpo umano (in inglese: “human body“). Di seguito, una pratica guida per imparare a memorizzare al meglio e nel più breve tempo possibile le parti del corpo in inglese.

Un mal di testa, una storta alla caviglia, stringersi la mano: sono tutte espressioni di utilizzo comune che riguardano parti del corpo.

Partiamo dalla testa.

Come si dice testa in inglese?

“Head”.  Come si pronuncia? Una “h” aspirata e una “e” semichiusa e breve, per poi arrivare alla “d”.

Naturalmente, come accade anche in italiano, “head” può essere utilizzato anche nelle espressioni metaforiche che includono le parole “testa” o “capo”. Proprio come nella locuzione “capo di un’azienda”, che si dice “head of a company“.

Un altro suggerimento che potrà tornare utile anche con le altre parti del corpo: in inglese, per indicare una zona infiammata o dolorante, spesso basta aggiungere la desinenza “ache” (che si pronuncia “eik”) alla parte del corpo interessata.
In altre parole, “Sono deconcentrato perché ho mal di testa” si dirà “I am unfocused beacuse of my headache”.

La faccia in inglese

Rimanendo sempre nella zona alta del corpo, cosa troviamo? Il viso, con fronte, naso, labbra, occhi, guance… Come si chiamano queste parti del corpo in inglese?

Nell’ordine: face (“feis”), forehead (“forhed”), nose (“noos”), lips (uguale alla grafia), eyes (“ais”, proprio come se ci fosse scritto ice, ghiaccio), cheecks (“ciiks”).

Un piccolo trucco per ricordare le parole di cui si compone “forehead”, fronte. “Head”, lo si è già visto, indica la testa, mentre “fore” (che si pronuncia “for” con la “r” lievemente arrotata) in inglese è un prefisso che designa l’anticipazione. Come ad esempio dimostrano le parole “forecast”, che significa “fare un pronostico, anticipare”, “weather forecast” che sono appunto le previsioni del tempo, o il verbo “foresee” che significa “prevedere”.

Un’altra espressione che è possibile utilizzare in un contesto affettuoso e romantico: due innamorati abbracciati si dirà che sono “cheeck to cheeck”: l’uno con la guancia attaccata a quella dell’altro, per esprimere vicinanza e amore.

Attenzione: quando si parla di labbra si dice “lips”, quando invece il riferimento è alla bocca, si utilizza la parola “mouth” (che si pronuncia “mauth”, con il gruppo consonantico “th” pronunciato premendo lievemente con la punta della lingua contro gli incisivi superiori).

Un piccolo trucco per ricordare la differenza: pronunciando “lips” il labbro superiore e quello inferiore si toccano, ricordando qual è la parte designata. Se si dice “mouth”, invece, le parti interessate sul finire della parola sono proprio lingua e denti, che si trovano all’interno della bocca.

A proposito di cosa c’è nella bocca: “tongue” è la lingua (pronuncia: “toong”), “tooth” un dente, mentre “teeth” è il plurale, entrambi con il gruppo “th” ben in evidenza. Tra i denti troviamo gli incisivi, semplicemente detti “front teeth”, i canini sono “canine” che si pronuncia “keinaine”) e i molari, chiamati “molar teeth” o anche solo “molar”.

Non poteva mancare il dente del giudizio, che anche per gli anglofoni rappresenta una tappa nella maturità dell’individuo. Non a caso, infatti, si chiama proprio “wisdom tooth”, che significa “dente della saggezza”.

Come si dice collo in inglese?

Procediamo un po’ più giù: il collo. Come si dice? “Neck”. La sua pronuncia è identica alla sua grafia.

Ma come si dice torcicollo? Quello lo si chiamerà “stiff neck”, che significa letteralmente “collo rigido”.

 

Come si dice petto in inglese?

Facciamo un respiro profondo e… eccoci arrivati al petto. “Chest”.

Nel pronunciare questa parola bisogna ricordare che il gruppo “ch” si pronuncia come in “cheesburger”, ad esempio.

E per dire che ci si è tolti un grosso peso? In italiano chiamiamo in causa lo stomaco, ad esempio, o parliamo di trarre finalmente un “sospiro di sollievo”. L’inglese ha un’immagine analoga e dicendo “get this/that thing off my chest” si sta indicando proprio il benessere che deriva dal togliersi un peso.

Parlando di una donna, si dirà anche che ha il seno, che si dice “breast” e si pronuncia in un modo molto simile: “brest”.

Come si dice spalle in inglese?

E poi ci sono le spalle, in inglese “shoulders” e le braccia.

Genericamente gli arti, siano essi superiori o inferiori, vengono chiamati “limbs” (con pronuncia uguale alla grafia) in contesti medici e formali, ma dovendo parlare delle braccia ci si riferirà a loro con la parola “arms” (che si pronuncia con ua “a” prolungata e quasi omettendo il suono della “r”, quindi sarà “aams”).

Ma come si dice in inglese accogliere qualcuno tra le proprie braccia? L’espressione da utilizzare è “in(to) [someone]’s arms”, sostituendo “someone” con un nome di persona, ad esempio, come nel caso di “into John’s arms”, o con un aggettivo, come “into my arms”.

Alla piega del braccio c’è il gomito.

Come si dice gomito in inglese?

Elbow. Come si pronuncia? In modo quasi identico alla grafia, ricordando di accennare appena il suono della “w”, che risulta simile a una “u” italiana.

E qual è il fastidio più diffuso quando si parla di questa parte del corpo? Ecco, il gomito del tennista. In inglese è semplicissimo da ricordare: basta anteporre il nome dello sport alla parte del corpo: “tennis elbow”.

Prima di arrivare alla mano, troviamo l’avambraccio che, appunto, è la parte più “sporgente” del braccio. Esattamente come si è visto per “head/forehead”, anche il braccio ha il suo “forearm”, che è proprio l’avambraccio. Per la pronuncia, basta unire quella di “fore”, come si è già visto, a quella del corpo.

Come si dice mani in inglese?

Ed eccoci arrivati alle mani: un mondo di possibilità si apre con le nostre “hands” (pronuncia: “eendz”) con le quali possiamo compiere un’infinità di azioni: prendere un bicchiere, accartocciare un foglio, gesticolare… Presentarsi a qualcuno, in tempi pre-pandemia, significava stringergli la mano, che si dice “shake hands”. La stretta di mano è alla base di un incontro e di un accordo commerciale, perciò l’espressione “shake hands on (something)” significa proprio accordarsi su una questione o un argomento. Battere il cinque con qualcuno si dice “high-five” (letteralmente “in alto il cinque”) e si utilizza come un verbo. Battere le mani è “clap your hands”, mentre per descrivere l’azione di uno schiaffo, si utilizzano verbi più onomatopeici, come “smack” o “slap”, che rendono l’idea del rumore sulla… “cheeck”!

Le dita in inglese

Alle estremità delle mani ci sono le dita“fingers” (che si pronuncia “figherz”) – e che hanno ciascuna una caratteristica.

Il pollice è “thumb” (ricordare il gruppo “th” e la “u” pronunciata come una “a”) ed è utilizzato nel linguaggio non verbale per dire che va tutto bene. “Thumb down”, però, è l’equivalente di “pollice verso”, l’espressione e il gesto con i quali, nell’antica Roma, l’imperatore si esprimeva sfavorevolmente. “Under my thumb”, invece, significa che, chi la pronuncia, esercita il controllo su una persona o una situazione.

L’indice è “index finger” o, in contesti più informali, “pointer” (con pronunce corrispondenti alla grafia) e un significato che ricalca molto quello italiano. Anche nella nostra lingua, infatti, da “indice” deriva “indicare”, ad esempio, o l’indice di un libro, inteso come elenco palese e immediato dei capitoli.

Il medio è “middle finger”, lineare e didascalico anche questo. Mentre mostrare il dito medio a qualcuno in inglese si dice “give someone the finger”, senza dover specificare di quale si tratta.

L’anulare, il dito al quale si mettono le fedi, non poteva che chiamarsi “ring finger“: il dito dell’anello, appunto.

L’ultimo, il dito più piccolo: in inglese il mignolo si chiama “pinkie”, “little finger” (il ditino) o, in linguaggio colloquiale e fanciullesco, “little pinkie“.

Ogni dito ha un’unghia, che in inglese “nail” (pronuncia “neil”), sostantivo diffuso oggi soprattutto in riferimento alla “nail art”, la tecnica estetica di decorare le unghie in modi fantasiosi. Ma questa parola è anche omonima di “chiodo” e del verbo da questo sostantivo derivato, che significa “inchiodare”.

Come si dice pancia in inglese?

La pancia: in gergo specialistico è definita “stomach” (con pronuncia simile alla grafia, ricordando sempre la pronuncia del gruppo consonantico “ch”), che designa anche l’organo interno corrispondente. Mentre nel linguaggio colloquiale vengono utilizzate parole come “tummy” (pronuncia: “tami”) o “belly” (pronuncia: “beli”), che sono l’equivalente del nostro “pancetta” o “pancino”.

E davanti a una tavola imbandita, per dire “Pancia mia fatti capanna” che espressione si può usare? Premettiamo che non c’è un corrispettivo esatto di questa espressione idiomatica, ma un modo di dire estremamente utilizzato (anche nel linguaggio dei social network) è “get it in my belly“. In altre parole: “è qui che devono andare tutte queste delizie, c’è posto nella mia pancia!”.

Il bacino è una parte delicata non solo per la struttura ossea, ma anche… per la traduzione in inglese! L’italiano, infatti, rischia di tenderci una trappola, ma è importante ricordare che non si tratta di un “piccolo bacio”. Quindi si utilizza la parola “pelvis” che si pronuncia così come la si vede, con accento sulla prima vocale. Non c’è modo più efficace per ricordarla che pensare al grande mito del rock’n’roll: Elvis Presley. I suoi passi di danza erano sempre così ammiccanti e il bacino seguiva con movimenti ritmati il tempo della sua musica: ecco perché venne soprannominato “Elvis the pelvis”!

Gli organi riproduttivi in inglese

Arriviamo a questioni di “gender“, la parola di cui si sente tanto parlare negli ultimi tempi, utilizzata in inglese per designare il sesso di un individuo: “penis” (che si pronuncia con la “e” simile a una “i”) e “vagina” (omettendo la prima “a” e pronunciando la “i” come “ai”) sono gli organi riproduttivi in inglese.

La donna, inoltre, è caratterizzata dall’avere un utero che in inglese si dice “womb”, (si pronuncia “uomb”) che le permette di portare avanti una gravidanza, dunque di essere incinta in inglese “pregnant” (è bene ricordare che il gruppo “gn” non va pronunciato accorpando i suoni, come ad esempio in “gnomo”, ma immaginando una separazione tra le due lettere).

Come si dice schiena in inglese?

Voltandoci di schiena troviamo “the back” che letteralmente significa proprio “il retro” o “indietro”, come dimostrano le tante locuzioni e i phrasal verbs.

Parlando di parti del corpo, è bene ricordare che si utilizza questa parola in funzione di sostantivo, che resta molto usato in alcune espressioni e locuzioni. Ad esempio, “Non puoi voltare le spalle a un amico” si dice proprio “You can’t turn your back on a friend“. Bisogna sempre ricordare di fare seguire la parte del corpo in questione dalla preposizione “on” per non generare equivoci.

Come si dice cosce in inglese?

Thighs“, ricordando di premere leggermente sui denti con la lingua per pronunciare bene il gruppo consonantico “th” e non far sentire il suono “gh”. In altre parole, diventa “thais”.

Allora come si chiamerà in inglese il femore, l’osso più lungo dello scheletro umano in corrispondenza della coscia? Ricordando che osso è “bone” (pronunciato “bon”), il femore è “thighbone”, in modo molto semplice e didscalico.

Una nota per non generare confusione: le cosce, abbiamo visto, sono “thighs”, mentre i collant, il cui compito è proprio quello di coprire le gambe femminili, in inglese britannico si chiamano “tights”. Ma, proprio come in italiano, le cosce sono utilizzate per designare tanto la parte del corpo umano, quanto quella gustosa del pollo. Perciò, per una cena o per un barbecue basterà ordinare “chicken thighs“.

Come si dice ginocchio in inglese?

Arriviamo al ginocchio, che si dice “knee“. Come in quasi tutte le parole inglesi che iniziano con “k” seguita da una consonante, questa lettera non si pronuncia, ma rimarrà solo “nii” con un suono vocalico chiuso e prolungato. Una nota curiosa: sentire parlare di “wounded knee” potrebbe far pensare a un ginocchio contuso (“wounded” è proprio “ferito”), ma occhio alla grafia. Se le iniziali sono maiuscole, allora si sta parlando di Wounded Knee, un episodio della storia statunitense che vide scontrarsi i nativi americani contro l’esercito.

Come si dice “polpaccio” in inglese?

Calf“, con una vocale prolungata e una “l” che quasi scompare. Attenzione però, perché questa parola cela un caso di omonimia. Sia il singolare che il plurale (“calves”) sono identici nella grafia alla traduzione di “vitello”. Naturalmente, sia che si stia parlando di parti del corpo che di zoologia, verrà in soccorso il contesto che aiuterà a comprendere se si tratta di un muscolo o di un animale!

Ecco un’altra articolazione: la caviglia in inglese “Ankle” (pronuncia “enkol”) si presta a fraintendimenti non da poco. Infatti, la frase “she spread her ankle” può significare che una donna si è slogata la caviglia. Ma questo solo se siamo in un contesto in cui è plausibile: per strada o a una gara podistica, ad esempio. Se la stessa espressione viene utilizzata guardando una donna con una “belly” molto sporgente e anticipatrice di una dolce attesa, allora la frase completamente di senso. In gergo, infatti, l’equivalente di “slogarsi una caviglia” è anche “essere incinta”. Come per i tre casi precedenti, sarà il contesto a venirci in soccorso e segnalarci per quale delle due interpretazioni propendere.

I piedi in inglese

E infine i piedi, che in inglese si dicono “feet” (pronuncia “fiit”) o “foot” (pronuncia “fut”) se è solo uno.

Come per le mani, la grande importanza di questa parte del corpo fa sì che siano legate molte espressioni idiomatiche. “Get your feet wet” è un’espressione che fa pensare a un invito a tuffarsi, a entrare in acqua gradualmente. È così, ma metaforicamente: significa fare pratica, abituarsi a una situazione o iniziare a convivere con condizioni mutate.

Mentre “cold feet” viene utilizzato per descrivere non una persona ipotermica, bensì chi si mostra a disagio e molto nervoso in determinate situazioni, proprio come se avesse i piedi freddi e non riuscisse a scaldarli!

Stand on your own two feet” è un’espressione più facilmente intuibile: è un invito (o un’imposizione, dipende dal tono utilizzato) rivolto a un interlocutore che sembra non sapersela cavare con le proprie forze. Questa frase è uno sprone per mostrare autonomia e indipendenza, un po’ l’equivalente del nostro “puoi contare solo sulle tue forze”.

Come in italiano, i nomi delle dita dei piedi non sono molto diffusi, a eccezione dell’alluce, chiamato “toe” (che si pronuncia “too”). Un’espressione idiomatica molto utilizzata è “make someone’s toes curl” che significa far imbarazzare qualcuno. Infatti, quale atteggiamento rappresenta meglio un momento di disagio degli alluci che si ritraggono quasi a voler manifestare la voglia di sparire e non vivere quella circostanza?

Inoltre, non bisogna dimenticare che nel sistema anglosassone di misurazione, il “foot” è anche un’unità di misura che corrisponde a 0,3 metri. Una misura che può indicare distanza da un punto a un altro, oppure (con un’allusione un po’ macabra) profondità, come nel caso della serie tv “Six Feet Under”.

Le parti del corpo in inglese – conclusione

Abbiamo concluso questo viaggio alla scoperta delle parti del corpo umano in inglese… “from head to the toe“, per dirla con un’altra espressione idiomatica: in altre parole, da capo a piedi.

Per fare un riepilogo di tutte le parti del corpo memorizzandole con più facilità, ecco un trucco. Individuare una sequenza in cui a ogni parte del corpo pronunciata viene associato un gesto che la ricorda. Si può inventare una filastrocca, ad esempio, o affidarsi a canzoni già esistenti. Una infallibile è “Ain’t got no, I got life” di Nina Simone. La bravissima interprete afroamericana fa un elenco di tutte le cose che ha, materiali e immateriali, nella sua vita, tra cui anche un gran numero di parti del corpo, dagli organi interni alle parti più superficiali. E con un ritmo molto cadenzato canta: “I got my ears, I got my eyes, I got my nose (…), I got my mouth, I got my smile (…), I got my neck, (…) I got my back”. E prosegue con “arms”, “hands”, “fingers”, “legs”, “feet”, “toes”… Allora buon ascolto e buono studio!

LA TESTA

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