In Italia Si Sottovaluta Chi Conosce l’Inglese Sul Lavoro
ll 96% dei datori di lavoro italiani afferma che l’inglese è “Significant” per la loro azienda, ma solo il 27% offre migliori condizioni di lavoro a chi conosce l’inglese sul posto di lavoro.
Lo riporta un sondaggio effettuato da Cambridge English Language Assessment. L’ente leader al mondo nella valutazione della lingua inglese ha collaborato con QS (azienda britannica specializzata in istruzione e studi all’estero) utilizzando il QS Global Employer Survey per analizzare la situazione attuale del livello di inglese in tutto il mondo, intervistando più di 5,373 datori di lavoro, in 38 paesi e 20 settori lavorativi differenti.
Ecco un grafico che rappresenta in percentuale gli impiegati che affermano quanto possa essere importante l’inglese per la loro azienda in relazione al loro Paese. L’talia si trova al 12° posto col 96%.
LEGENDA: Con il colore rosso vengono indicati i paesi dove l’inglese non rappresenta la lingua ufficiale. In blu i paesi dove l’inglese è una delle lingue ufficiali e in verde le nazioni dove la lingua inglese è quella ufficiale.
L’Italia nettamente tra le ultime.
Tra i vari dati raccolti, uno dei più eclatanti e controversi che riguarda il nostro Paese è quello riportato nell’immagine di copertina. Nonostante la quasi totalità (96%) degli employer italiani intervistati (98 in tutto) considerino l’inglese una priorità all’interno della loro azienda, in media solo il 50% (per aziende di Paesi non anglofoni) è disposto ad offrire condizioni migliori a chi è fluent e l’Italia si trova ben al di sotto della media, come dimostra il grafico sottostante.
Eppure, secondo la Harvard Business Review, c’è una stretta e diretta correlazione tra il livello di inglese di un’azienda e il suo andamento economico. Maggiore è il numero di dipendenti che parla inglese, migliore è l’andamento.
Assumere persone fluent in inglese assicurando loro stipendi maggiori, bonus e promozioni ed investire nella formazione linguistica potrebbe quindi generare un vero e proprio circolo virtuoso. Garantire quindi stipendi maggiori a chi parla meglio l’inglese contribuirà all’aumento del fatturato dell’azienda, parte del quale potrà essere a sua volta investito in formazione linguistica per i dipendenti sembra essere la chiave vincente.