Usi E Costumi Dei Tempi Verbali Più Complicati Della Lingua Inglese

Quando si impara un’altra lingua non tutti gli argomenti sono difficili allo stesso modo, per esempio in Inglese, come in molte altre lingue, i tempi  verbali del presente e del passato sono tra i primi ad essere memorizzati e non sollevano particolari dubbi.

Questa era la parte bella, quella che corrisponde ad un’auto-pacca sulla spalla ( dai che la faccio!), ora arriva la parte complicata: esistono infatti dei tempi verbali che oltre a non avere una letterale traduzione e un preciso corrispettivo nella nostra lingua madre, risultano davvero ostili da capire e memorizzare.

Oggi, sempre grazie ai suggerimenti della nostra tutor community scopriremo insieme qualche trucchetto per non farci confondere dai modal verbs, oppure dai costrutti ipotetici ed altri ancora. Cerchiamo di avere un approccio logico, più che da libro di grammatica, all’Inglese: vedrai i risultati in men che non si dica!

Partiamo con alcuni esempi:

  • We regret to inform you that your application has not been successful.

  • I regret not going to that party last night, it looked like so much fun!

Quando una preposizione può fare la differenza: come vedi dagli esempi, il verbo “regret” se seguito da to+forma base del verbo  fa riferimento ad un’azione presente (Ci dispiace informarla che la sua candidatura non è stata accettata), mentre fa riferimento ad un’azione passata se il verbo che lo segue si trova nella forma ing (Mi dispiace avere smesso le lezioni di tango, mi piacevano molto). Tricky!!

 

  • Laura hasn’t been working for a long time, she’s just started this job.

  • Laura hasn’t worked for a long time. She was fired 3 years ago.   

Se i libri di grammatica insistono così tanto sulle maledette forme progressive un motivo ci sarà. Infatti, mentre nella prima frase (con il verbo al present perfect continuous) Laura ha iniziato a lavorare da poco, nella seconda (con il verbo al present perfect simple) è da molto tempo che non lavora, è disoccupata da parecchio tempo. Quando una parola (been)  può fare la differenza.

 

  • I used to go to the beach every weekend when I was a child.

  • I am used to working on my own, I can’t stand working with other people.   

Una parola in più, due significati completamente diversi: la formula “I used to” viene comunemente utilizzata per indicare abitudini passate (che generalmente non sono più vere nel presente). Il verbo in questione è quindi “to use” al passato. Per quanto riguarda la formula “I am used to” fa riferimento ad abitudini che si hanno nel presente ed il verbo di riferimento è in questo caso “to be”! Attenzione: nonostante la preposizione ‘to’, il verbo che segue va nella forma -ing.

 

  • John didn’t have to go to the bank, he has enough money for the weekend

  • John needn’t/ shouldn’t have gone to the bank, now we have too much cash!

Differenze sottilissime. Quante volte ti sei trovato nella situazione in cui capisci il senso generale di una frase, ma non sai se abbia un’accezione positiva o negativa, o comunque non sai quali sono le conseguenze. È questo il caso di didn’t have to e needn’t: entrambi hanno il significato di “non era il caso, non c’era la necessità” (quello che le grammatiche chiamano “lack of obligation”), ma il punto di partenza  è diverso. Nel primo esempio, infatti,  John aveva abbastanza soldi e quindi non è andato in banca, mentre nella seconda situazione John è andato in banca, anche se non c’era necessità di farlo (adesso ha troppi contanti in tasca!)

  • Mary could have helped Suzie with her exam, but now it’s too late for her to catch up on everything. She will never pass it!

  • Paul may have helped Cecilia with her garden, he’s very passionate about gardening and she may have asked for his help.

Maledetti modali, dirai tu. Eppure sono anche i verbi che ti salvano la vita, di cui abusi nel momento in cui capisci il trick  che ci sta dietro! Traduciamo le due frasi e confrontiamo la versione italiana e quella inglese:

  • Mary avrebbe potuto aiutare Suzie a preparare l’esame, adesso è troppo tardi per lei recuperare. Non lo passerà mai! (Sappiamo che Mary non ha aiutato Suzie)
  • Paul potrebbe aver aiutato Cecilia con il giardino, lui è appassionato di giardinaggio e lei le aveva chiesto una mano (Non sappiamo se Paul abbia aiutato Cecilia alla fine)

E poi ci vuoi dire che l’inglese è difficile;

  • Sean would surf every day when he was in South Africa. (past)

  • I would eat more cake if I weren’t on a diet. (conditional)

Quello con il would è un rapporto di amore e odio. La semplicità con cui si crea il condizionale ce lo ha fatto amare, ma la sensazione di odio è scaturita quando abbiamo letto  frasi del tipo:”Sean would surf every day when he was in South Africa”. E abbiamo scoperto che il nostro fedele alleato in realtà viene utilizzato anche per esprimere situazioni passate, in cui svolge una funzione simile al “used to”. Anche oggi, una certezza in meno!

 

  • It’s been two years since I last saw Rachel.

  • I haven’t seen Rachel for ages.

Fino ad ora ci siamo occupati di frasi simili dal significato diverso. Qui siamo di fronte ad un caso opposto: due strutture grammaticali diverse che hanno però lo stesso significato.

La costruzione di entrambe è un po’ strana per noi italiani che siamo abituati ad usare il presente in questi casi (Sono due anni che non vedo Rachel, non vedo Rachel da anni), ma dobbiamo sforzarci di ricordare che quando abbiamo a che fare con since e for il tempo verbale da utilizzare è il  present perfect. Il punto di partenza è uno: il present perfect  fa riferimento a tutto l’arco temporale dal momento in cui hai visto Rachel per l’ultima volta fino al momento in cui parli. Visto in quest’ottica, anche il present perfect risulta più simpatico no?!

 

  • Carol has been to Japan 4 times for work

  • Mark has gone to San Francisco. He will be back next Friday

A grande richiesta (i nostri tutor ci hanno riferito questo common mistake) ancora un chiarimento sul present perfect. Questa volta si tratta di due verbi specifici, il verbo to go  ed il verbo to be nelle loro forme al past participle, rispettivamente gone e been. La confusione che si crea tra questi due verbi al present perfect si deve probabilmente al fatto che noi italiani utilizziamo il verbo ‘andare’ in entrambi i casi (Carol è andata in Giappone 4 volte, Mark è andato a San Francisco). Come molte grammatiche riportano, nel primo caso (been), la persona è andata e tornata, mentre gone viene utilizzato quando la persona non è ancora tornata. Un consiglio: provate a sostituire il verbo ‘andare’ con ‘stare’ nel primo caso (Carol è stata 4 volte in Giappone) ed il gioco è fatto! No more confusion.